sabato 18 gennaio 2014

CI SI SENTE NELLO STESSO MODO?

Nell'ultimo post abbiamo mostrato come "The winner takes it all" degli ABBA è una meravigliosa costellazione di schemi ipnotici.  Vogliamo ora analizzare il più bel verso della canzone insieme con altre pepite d'oro para e non verbali.

Dopo averci guidato attraverso l'introduzione, la prima strofa e dopo averci messo in una leggera trance grazie ai molti schemi del Milton Model, ecco che ci accompagna nella terza strofa, la caverna più recondita, e qui libera il suo grazioso capolavoro:

Agnetha Fältskog nel 1979
(Wikipedia)

Ma dimmi lei bacia,

come ti baciavo io?

Ci si sente nello stesso modo,

quando lei dice il tuo nome?

Da qualche parte profonda dentro di te

Devi pur sapere che MI MANCHI

Ma cosa posso dire,

Bisogna ubbidire alle regole.


Perché questo verso è degno di essere considerato una piccola meravigliosa trance ipnotica?

 Prima di tutto, per la sua comunicazione indiretta, il modo preferito di Milton Erickson di inviare suggestioni, come egli stesso scrive nella prefazione a al libro I modelli della tecnica ipnotica di Milton H. Erickson di Richard Bandler e  John Grinder (Meta Publications, 1975) e che abbiamo già menzionato nel post sulle citazioni.

La donna vuole dire essenzialmente: "MI MANCHI". 

Ma dirlo direttamente non sarebbe il modo migliore per farlo sentire davvero al suo ex. Deve prima preparare il terreno dove il seme può essere piantato, accudito e infine sbocciare in un fiore. Milton era favorevole alla comunicazione indiretta perché è molto più efficace.




Diamo un'occhiata più dettagliata alla linguistica della strofa.

"Ma": separa ciò che viene prima da ciò che sta per arrivare, è un segno che ora lei comunicherà in un modo diverso.

"Dimmi: in questo caso è un postulato conversazionale, un altro modo per comunicare indirettamente ciò che sta per dire.

Francesco Hayez, Il bacio (1859),
Milano, Pinacoteca di Brera

(Wikipedia)
"Lei bacia come ti baciavo io?": cosa deve fare lui per dare un senso alla frase? Deve confrontare come si sente (K) quando ricorda i due baci diversi (K) e per farlo deve andare dentro sé stesso (ricerca transderivazionale) per trovare nella memoria le sue emozioni. Implicitamente ricorderà come si sentiva (K) quando lo baciava lei (K) e nel farlo deve per forza provarlo anche ora.

Per arricchire l'esperienza sensoriale lei passa ad un altro sistema rappresentazionale, l'auditivo:

Lo spettrogramma della voce umana ne
rivela il contenuto armonicamente ricco.
(Wikipedia)
"Ci si sente nello stesso modo, quando lei dice il tuo nome?": ancora una volta egli deve andare dentro di sé e confrontare come le due diverse voci (A) pronunciano il suo nome e che effetto hanno su di lui (K). Ancora, implicitamente deve ricordare il modo in cui lei diceva (A) il suo nome e sentirlo (K). A proposito, sicuramente avrete notato che lei non dice un nome preciso e così ciascuno di noi può fare tutto il processo con il nome che vuole.

Ora l'ascoltatore è in un leggero stato alterato di coscienza, più ricettivo alle suggestioni e ricordando pienamente come si sentiva con lei, e ora, e solo ora lei tira il suo colpo migliore:


"Da qualche parte profonda dentro di te,
Devi pur sapere che MI MANCHI"

BANG!

Da qualche parte: indice referenziale non specificato
Profonda dentro di te: comando nascosto (= vai profondamente dentro di te, con profonda aggettivo di commento)
Devi: operatore modale di necessità
(Pur) sapere che: predicato di consapevolezza
MI MANCHI: il vero messaggio emotivo

Cinque schemi di Milton in una sola frase!!! Wow. (Sì lo so, è un caso)

Mi rendo ora conto che il mio post è un po' più lungo di quanto piaccia ai miei 25 lettori :-)

Così, parleremo della comunicazione non-verbale e para-verbale della canzone nel prossimo post.

(Wikipedia)

Nel frattempo, commentate e vivete il vostro sogno, da qualche parte ... sopra l'arcobaleno,
Adriano


driadema@gmail.com


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mercoledì 15 gennaio 2014

CHI VINCE PRENDE TUTTO


Gli ABBA nel 1975
Questa bellissima canzone è un esempio di uso raffinato del linguaggio tipico di Milton Erickson che fa in modo che ognuno di noi si possa riconoscere nel testo attraverso stratagemmi neurolinguistici ed ipnotici.

Qui c’è il link alla canzone su youtube:  THE WINNER TAKES IT ALL 


Il primo schema ipnotico utilizzato è quello dei quantificatori universali. “Ho giocato TUTTE le mie carte, ed è quello che hai fatto tu” introducendo nel frattempo anche la metafora del gioco di carte (usata naturalmente anche da altri come Elio e Le Storie Tese ricalcando il linguaggio giovanile: Lei ti ha dato il due di picche!") che verrà mantenuta per tutta la canzone.
Georges de La Tour, "il baro", museo del Louvre, Parigi
Ogni volta che ci si può esprimere con una metafora aumenta la possibilità della nostra comunicazione di essere ricevuta senza resistenze, l'efficacia espressiva migliora così come l’effetto ipnotico della comunicazione stessa, un effetto che troviamo spesso nelle canzoni.

In questo caso giocare una carta, avrà un significato diverso per ciascuno di noi: chi pensa di stendere un letto di petali di rose per l’amata e chi pensa di stare a casa più spesso o chi spende tutto ciò che in regali, qualunque cosa va bene. Per te che stai leggendo: cosa significa giocare tutte le tue carte in amore? Dico proprio tutte!


I quantificatori universali e la metafora del gioco delle carte continuano: “NIENTE più da dire, NIENTE più assi da giocare”, “Chi vince prende TUTTO”.
 
Un altro uso efficacissimo è quello dei predicati di consapevolezza (credo, penso, mi rendo conto) che sappiamo essere molto potenti nel rendere la comunicazione mentro intrusiva e più ipnotica.

Ero tra le tue braccia, PENSANDO di appartenerti”, “CREDEVO avesse senso costruirmi un recinto”, “costuirmi una casa PENSANDO che lì sarei stata forte” fino al finale “e CAPISCO che tu sia venuto per stringermi la mano”.

Gli schemi di Milton abbondano come ad esempio le performative perdute, quelle frasi dove si esprime un giudizio senza dire chi lo esprime. “Quello è il suo destino”, “Sono stata una stupida”: secondo chi? Chi lo dice?

Apparizione di un personaggio divino come  
deus ex machina in una rappresentazione 

E anche gli Dei in questa canzone funzionano da grande nominalizzazione (un nome in sostituzione di un processo) e mancanza di indice referenziale (chi specificamente?) e come il “Deus Ex Machina” del teatro greco vengono usati come un meccanismo per compiere un’azione altrimenti incomprensibile agli esseri umani: “Gli DEI possono tirare un dado, con la mente fredda come il ghiaccio” (notiamo che la metafora dei giochi d’azzardo continua) per continuare con l’indice referenziale generico (qualcosa, qualcuno, certe notti, c'è chi dice no), “E qualcuno qui giù perde qualcuno di caro”. Qualcuno chi? Non specificandolo può riferirsi a ciascuno di noi o qualcuno che conosciamo e se anche non si applica a noi non succede nulla perché ci sarà per qualcuno a cui é successo. Ricalco garantito.

In più l’intera frase è uno schema di Causa -Effetto perché descrive un arelazione tra due eventi in modo tale che un evento (lanciare i dadi) causi l’altro (perdere qualcuno di caro). Almeno quattro schemi di Milton in una sola frase!!!! Vi lancio una sfida: riuscite a trovare almeno due altri schemi di Milton nella stessa frase? :-)

Il compendio miltoniano continua con operatori modali di necessità (bisogna, deve, è necessario) e performative perdute combinate in una sola frase: “Chi perde DEVE cadere”, “bisogna ubbidere alle regole”.

Ma la gemma più preziosa la troviamo nella frase centrale della canzone che viene cantata dopo che ciò che la precede ci ha preparato ad un viaggio ipnotico più profondo.
 

Ne parliamo nel prossimo post ;-)

Nel frattempo mandatemi i vostri commenti e vivete con gioia i vostri sogni!

Adriano


driadema@gmail.com

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