“Il segreto del canto risiede tra
la vibrazione della voce di chi canta
ed il battito del cuore di chi ascolta.”
ed il battito del cuore di chi ascolta.”
Quando non riusciamo a sentire bene qualcuno che parla in televisione prendiamo il telecomando e alziamo il volume, anche se ho il sospetto che molti ultimamente preferiscano piuttosto abbassarlo il volume e ascoltare un po’ meno della scarsa qualità di pensiero che ci viene propinata in televisione.
Il volume è naturalmente una caratteristica specifica dei suoni e in PNL chiamiamo sottomodalità queste distinzioni dettagliate relative a una modalità sensoriale o rappresentazionale come la vista, l’udito, il tatto o le sensazioni, l’olfatto e il gusto. Altre tipiche sottomodalità auditive sono ad esempio il timbro di un suono o di una voce, la direzione di provenienza di un suono, la distanza del suono stesso, la velocità di una successione di parole come ad esempio qualcuno che parla più in fretta o qualcun altro che discorre più lentamente. E così via.
La Cripta dei Cappuccini a Vienna |
E cominciamo con un primo esempio” a pag. 26:
Aveva una voce profonda e morbida. (io non posso soffrire le voci femminile acute e stridule). Il suo parlare mi ricordava una sorta di smorzato tubare, contenuto, casto e nondimeno torrido, un mormorare di fonti sotterranee, il loro rullare di treni lontani, che talvolta si sente nelle notti insonni, e la più banale delle sue parole acquistava per me, grazie a questa profondità del timbro col quale veniva pronunciata, la pienezza.La cosa che qui è più evidente è l’uso di metafore e similitudini, schemi utilizzati costantemente anche dalla PNL e da Milton Erickson. Sapendo che la mente umana è in grado di generalizzare e quindi di prendere quello che c’è in comune tra tre diverse esperienze della realtà (smorzato tubare, mormorare di fonti sotterranee, rullare di treni lontani) e applicare alla voce dell’uomo ciò che vi è di comune alle tre esperienze sonore facendola risultare “profonda e morbida”. Notiamo inoltre per la prima volta un fatto all’inizio sorprendente e poi invece del tutto naturale: la pienezza della parola non viene comunicata dall’importanza o spessore della parola stessa, ma dal timbro della voce, cioè dalla sua qualità sonora, dalla sottomodalità utilizzata. Wow! Un mio vecchio amico tedesco mi diceva sempre: “E’ il tono che fa la musica!”
Continuiamo con un esempio di attenzione alle variazione del volume (il volume è una sottomodalità auditiva) della voce umana a pagina 35:
E quando nel corridoio con voce minacciosamente bassa diceva all’usciere: Mi annunci al consigliere!, era raro che gli si chiedesse il nome e, se nondimeno accadeva, egli ripeteva con voce possibilmente ancor più passa: Mi annunci subito, prego! La parola “prego!”, comunque, suonava già più forte.I cambiamenti di volume possano causare cambiamenti alle nostre sensazioni in modo potentissimo: avete anche voi teso l’orecchio alla voce ancor più bassa e poi vi è aumentato il battito del cuore al “prego!” con volume più alto? Vero?
Se invece pensiamo a un modello di Milton unito alle sottomodalità della voce umana, troviamo a pagina 83 una bellissima violazione della restrizione selettiva, ovvero un esempio di quando si danno possibilità di azione, o attributi umani, ad una certa cosa che in realtà le sono impossibili. In questo brani le parole assumono caratteristiche fisiche, non solamente quelle sonore, come sarebbe normale, ma anche solide:
Ma non era la voce sonora, profonda di Stellmacher che io conoscevo da anni – e anche il suo motteggio era forzato. Mai prima d’ora era uscita dalla bocca di Stellmacher una parola frivola. Si sarebbe impigliata nei folti e lucidi cespugli dei mustacchi tinti di nero perdervisi senza suono.Leggendo l’intero romanzo di capisce come Joseph Roth sia molto attento ai sensi, non solo al suono della voce, e riconosca anche una priorità di potenza alle modalità rappresentazionali stesse. Ad esempio nota a pagina 136 come quando un senso è disturbato o fortemente impegnato anche gli altri possano non funzionare correttamente, specialmente se il senso affetto è uno di quelli più primitivi e ancestrali, come l’olfatto.
Il caffè puzzava di acetilene, vale a dire di cipolle marce e di cadaveri. Non c’era luce elettrica. … Mi riesce estremamente difficile raccogliere le idee se ci sono odori penetranti L’odore è più potente del rumore.Come prima cosa lo scrittore sa sempre tornare alla neurologia reale dell’essere umano, al di là dell’astrazione delle parole, e utilizzare ciò che noi lettori possiamo effettivamente tradurre in rappresentazioni interne attraverso la nostra esperienza del mondo. Quando abbiamo letto “acetilene”, la maggior parte di noi avrà intuito che non si trattava niente di buono, ma quando poi usa le modalità sensoriali ed esempi più concreti come “cipolle marce e cadaveri” sono sicuro che molti di noi abbiano storto la bocca in segno di disgusto: “che schifo!”.
Già in precedenza abbiamo notato un’altra cosa importante, e cioè l’effetto di come alcune sottomodalità permettano al contenuto di essere valorizzato o meno. A pagina 57 leggiamo:
Parlava con quella voce gutturale di certi prussiani che sembra uscire più da un camino che da una gola, e che rende vacuo anche ciò che di significativo essi talvolta esprimono.Questo è un messaggio importantissimo dal punto di vista neurologico e di comunicazione: il tipo di voce che usi influenza la “vacuità” di un messaggio. Le modalità e le sottomodalità sono più importanti del contenuto: forse il più importante caposaldo della PNL. Joseph Roth dimostra ancora una volta come i grandi scrittori sembrano avere un’innata capacità di comprendere a fondo le basi della PNL.
Concludiamo con un ultimo esempio a pagina 158 che contiene molti altri elementi, come ad esempio schemi di Milton, già incontrati in altri post, e altre tecniche che discuteremo in futuro, rimanendo per ora sulle sottomodalità auditive e sulle caratteristiche della voce umana, di come poterle rendere nella scrittura e di come utilizzarle per rendere il testo più dinamico (ad esempio con gli aumenti di volume). Lascio a voi scoprire tutto ciò che questo elegantissimo brano contiene:
Mi abituai alle sue maniere imprevedibili (mi facevano trasalire sempre meno), al suono della sua voce, che era sempre di due, tre tonalità più alto di quanto non richiedesse l’ampiezza dell’ambiente in cui stava parlando. Era come se non sapesse affatto che esistono ambienti più piccoli e più grandi, una stanza, per esempio, e l’atrio di una stazione. Nel salone di mia madre parlava con quella voce precipitosa, almeno il doppio della velocità normale, con cui parecchie persone semplici usano parlare al telefono. Per la strada urlava addirittura. E siccome si serviva solo di locuzioni vuote di contenuto, la loro risonanza era ancora maggiore. Per diverso tempo mi stupii di mia madre, alla quale ogni suono più forte, ogni rumore superfluo, ogni musica di strada e perfino i concerti all’aperto, procuravano sofferenze fisiche potesse sopportare e addirittura trovare charmant la voce di von Stettenheim. Solo un paio di mesi più tardi, per un caso, potei conoscere la causa di tanta indulgenza. [...]
«Sicuro, credo che sia morto due anni fa. Ma a dir poco aveva già ottant'anni!». «Dunque è morto!» ripetei – e così seppi che mia madre era quasi sorda.
Joseph Roth |
E voi di quante cose vi accorgete e a quante cose riuscite a stare attenti?
driadema@gmail.com
I contenuti di questo blog sono pubblicati sotto una licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported. Se
riprodotti altrove, la loro paternità deve essere attribuita
specificando il titolo di questo blog e inserendo un link alla sua home
page o al post originale.
Nessun commento:
Posta un commento