domenica 3 febbraio 2013

A ME LE ORECCHIE, PLEASE!

Mi piace ascoltare. 
Ho imparato molte cose dall’ascoltare attentamente.
La maggior parte delle persone non ascolta mai. 

(Ernest Hemingway)

Ogni volta che ascolto una canzone di Vasco Rossi mi rendo conto di quanto sia uno dei migliori ad applicare in modo semplice e naturale una linguistica ipnotica avanzata di grande efficacia emozionale e non ci si sorprende che La Libera Università di Lingue e Comunicazione (Iulm) di Milano gli abbia conferito la laurea honoris causa in Scienze della Comunicazione.  E ogni volta che Vasco inventa una canzone nuova mi viene in mente come le applicazioni linguistiche non conoscano limiti. E torniamo al grande ipnotista Milton Erickson  e alla sua creazione di un linguaggio aperto tale da permettere all’interlocutore di aggiungere il proprio significato negli spazi liberi e proprio per questo creare in chi lo ascoltasse la netta impressione che Milton stesse in realtà dicendo delle cose specifiche parlando proprio di lui ricalcandone perfettamente l’esperienza, come se lo conoscesse da sempre. Richard Bandler e John Grinder hanno modellato e sintetizzato questa modalità comunicativa in quello che viene chiamato Milton Model.
 

E il mitico Vasco, come ci riesce?
Vasco con Fabrizio De André e Dori Ghezzi nel 1984
Incominciamo notando come la canzone in sé si presti particolarmente all’esperienza ipnotica con il suono del basso e della batteria che creano già una base dal ritmo ipnotico e inoltre il numero di parole al minuto è inferiore a quello di una normale conversazione, così che l’ascoltatore abbia tutto il tempo di riempire con la propria esperienza ciò che il cantante sta cantando, anzi per meglio dire NON sta cantando.  Infine le molte ripetizioni e una certa attenzione al suono delle parole oltre che al loro significato rende l’ascolto di una canzona un’esperienza fortemente ipnotica.
Ho letto da qualche parte che Vasco definisce “Ogni Volta”   la sua prima vera canzone,  forse rendendosi conto dell’enorme potenziale che aveva appena sfiorato e che apriva una miniera dorata di nuove possibilità.
L’espressione “Ogni volta” fa parte di quelli che vengono chiamati Quantificatori Universali nel Milton Model e viene utilizzata in ipnosi, ad esempio dicendo frasi del tipo “ e ogni volta che respiri senti che il tuo rilassamento diventa più profondo e ti rendi conto che ogni momento è buono per cominciare ad imparare” e così via. Vasco va addirittura oltre,  usando l’espressione ripetendola continuamente e facendola seguire da un’emozione della vita quotidiana utilizzando la tecnica presentata nei post precedenti (il ricalco) e non chiudendo mai la frase: “E ogni volta che viene giorno ... ogni volta che ritorno ... ogni volta che mi sveglio ... ogni volta che mi guardo intorno ... ogni volta che non è importante ...  ogni volta che non me ne accorgo”,  praticamente ognuno di noi è in grado di pensare a un esperienza corrispondente a queste frasi e molti pensano, e me lo dicono : “Eh, Vasco capisce proprio l’animo umano”.
E ogni volta che ci penso mi viene in mente come Luciano Ligabue utilizzi tecniche ipnotiche notevoli rendendo certe suoi canzoni memorabili.

Foto di Giada Cerullo / CC-BY-SA 3.0

Certe notti la macchina è calda”,  così come il “Qualcuno che si preoccupa per me” di Vasco sono espressioni linguistiche che lasciano aperta diverse possibilità, così che ciascuno scelga quella corrispondente alla propria esperienza rendendo il ricalco inevitabile. Facciamo esempio al contrario, se io cantassi “Ogni volta che mia moglie si preoccupa per me” ci potrebbe essere qualcuno che resiste la frase - e scommetto che qualcuno di voi l’ha appena fatto - pensando: “Ma che sta dicendo! Mia moglie non si preoccupa minimamente per me!”, oppure non siete sposati e quindi la frase non si applicherebbe a voi. Invece i grandi comunicatori sono coscienti che “qualcuno che fa certe cose da qualche parte, c’è sempre” e lo usano spesso e volentieri. E così “Certe volte” o “Certe notti” si può pensare o fare moltissime cose. 

Infatti, sia Vasco che Liga usano altre espressioni come “C’è chi ...” o “C’è qualcosa ... o qualcuno” , altre espressioni praticamente spalancate perché “C’è chi” seguito un verbo qualunque vale in un numero talmente alto di casi che prende tutti. E così Vasco canta “C’è qualcosa che non va in questo cielo” o “C’è qualcuno che non sa più cos’è un uomo” in “C’è chi dice no!”,  e Ligabue “Al primo autogrill c'è chi festeggerà.” (ancora in Certe Notti, miniera di Miltonate come vedremo in seguito) e ognuno di noi è in grado di pensare a qualcuno nella propria vita che dice no o a qualcuno che festeggia. Ieri sera, che combinazione, un mio grande amico con cui condivido molte passioni mi fa ascoltare al telefono e mi commenta alcune canzoni e sul verso di Eros Ramazzotti “Certi amori regalano un'emozione per sempre” mi dice: “questo è proprio vero!”. Funziona. E poi continua con Hotel California e pone l’attenzione sul verso “alcuni danzano per ricordare, altri per dimenticare”Fantastico, super fantastico! 


Ligabue prosegue con qualche chicca notevole come quella che nel modello di Milton si definisce “Violazione della selezione restrittiva” ovvero quando si attribuiscono prerogative umane a oggetti e cose. “La macchina è calda e dove ti porta lo decide lei”, la macchina non possiede ovviamente la capacità di decidere, che è una funzione mentale umana, così come nel verso “La radio che passa Neil Young sembra avere capito chi sei” si attribuisce alla radio (oggetto inanimato) la capacità di capire le persone.

Come ampiamente dimostrato da Milton l’uso di questi accorgimenti verbali trasmette all’ascoltatore la sensazione di essere in relazione con chi parla dando l’illusione che chi scrive o canta stia parlando proprio di noi, che sia come noi, In più nell’azione stessa di dare un significato a quelle frasi, chiamata in ipnosi ricerca transderivazionale, cioè la ricerca dentro di noi delle parti mancanti per completarle, il cervello entra in un stato particolare e l’effetto che si produce è la trance e quindi l’alta suggestionabilità ai messaggi emotivi che vengono inviati. 


Non è forse un caso che Fabrizio De André dopo lo show (Ligabue a San Siro, live 1997, nda) rivela: "Mai visto un musicista comunicare col pubblico come sa fare Luciano".

Chiudo questo post con un’altra miltonata raffinata da parte del Liga: “Certe notti se sei fortunato bussi alla porta di chi è come te”. Bellissimo, non dice infatti nei dettagli come sei tu, dice solo “chi è come te”, quindi ovviamente si applica a tutti, senza eccezioni. E in più utilizza i cosiddetti Aggettivi e avverbi di commento, utilizzati da Milton, come fortunato, felice, profondamente, ad
esempio in una frase del tipo e “mentre ti rilassi profondamente ti senti felice e ti rendi conto di quanto tu sia fortunato perché ti hanno regalato un sogno …” ;-)
 

E se la radio sembra aver capito chi siamo possiamo immaginare che l’abbiano ben capito i maestri della canzone e i grandi scrittori, come vedremo nei prossimi post, e noi siamo così fortunati che anche loro, così bravi e famosi, siano proprio come noi! :-)

driadema@gmail.com


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1 commento:

  1. Bellissimo articolo! Complimenti!Finalmente esempi chiari e ben spiegati di come si applicano certi schemi e di come riconoscerli. Basta con coloro che scrivono solo cosa devi fare ma non ti spiegano come!!

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