E un miracolo pensare che mentre i vostri occhi scorrono questo post la vostra mente riesca a tradurre in pensieri i segnali luminosi che vedete sullo schermo: la scrittura è una delle meravigliose invenzioni dell’uomo. Si pensa che un libro possa addirittura funzionare al contrario ed essere scritto in modo tale da leggere il pensiero.
Ma come, direte? Lo scrittore che legge nel pensiero di chi legge???
Divertitevi cinque secondi a fare questo giochino che girava su internet qualche tempo fa:
SCOMMETTIAMO CHE INDOVINO COSA STAI FACENDO??
Qualcuno potrebbe ora pensare che molti scrittori siano persone serie e che non ricorrano a simili trucchetti. Oppure possiamo aprire la porta e lasciar entrare il grande l’ospite del nostro post: ricalcare l’esperienza del lettore mentre sta vivendo l’esperienza stessa (ovviamente lontano dagli occhi curiosi dello scrittore). Un modo molto efficace di creare relazione con chi sta leggendo.
Un primo esempio è utilizzare nel romanzo o nel racconto qualcuno che legge e descrivendo l’esperienza di chi legge ricalchiamo esattamente quello che il lettore sta facendo. La connessione neurologica, o rapport, tra lettore e scrittore aumenta rapidamente.
Ne “La voce del violino” Montalbano dice a Guido Serravalle:
In “Cattedrale” (Traduzione di Riccardo Duranti, Edizioni Minimum Fax), Raymond Carver scrive:
Si può fare di più. Leggete questo sorprendente brano di Italo Calvino, “La speculazione edilizia”:
Un altro stupefacente esempio di ricalco della “fisiologia” del lettore lo troviamo in “Lolita”, di Vladimir Nabokov, nella traduzione di Giulia Arborio Mella (edizione Adelphi):
Avete provato anche voi a fare il movimento con la lingua?
driadema@gmail.com
Ma come, direte? Lo scrittore che legge nel pensiero di chi legge???
Divertitevi cinque secondi a fare questo giochino che girava su internet qualche tempo fa:
SCOMMETTIAMO CHE INDOVINO COSA STAI FACENDO??
1- Sei davanti allo schermo,
2- Stai leggendo queste cose stupide,
3- Stai pensando che questo è un giochetto scemo,
5- Non ti sei accorta/o che manca il punto 4,
6- Stai andando a controllare,
8- Eri troppo preoccupata/o a controllare che non ti sei accorto/a che manca il punto 7,
9- Stai andando a controllare,
10- Stai sorridendo.
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Le sei verità
1- Non puoi toccare tutti i denti con la lingua,
2- Ora tutti gli stupidi dopo aver letto la prima verità vanno a vedere se è vero,
3- La prima verità è falsa,
4- Ora stai sorridendo,
5- Metterai subito questo giochetto sul tuo sito per farlo leggere ad un'altro idiota,
7- Non hai notato che manca il punto 6,
8- Stai andando a controllare,
9- Ora stai sorridendo
Qualcuno potrebbe ora pensare che molti scrittori siano persone serie e che non ricorrano a simili trucchetti. Oppure possiamo aprire la porta e lasciar entrare il grande l’ospite del nostro post: ricalcare l’esperienza del lettore mentre sta vivendo l’esperienza stessa (ovviamente lontano dagli occhi curiosi dello scrittore). Un modo molto efficace di creare relazione con chi sta leggendo.
Un primo esempio è utilizzare nel romanzo o nel racconto qualcuno che legge e descrivendo l’esperienza di chi legge ricalchiamo esattamente quello che il lettore sta facendo. La connessione neurologica, o rapport, tra lettore e scrittore aumenta rapidamente.
Ne “La voce del violino” Montalbano dice a Guido Serravalle:
"…devo abbandonare i fatti concreti e inoltrarmi nella mente di un uomo, in quello che pensa. Un romanziere avrebbe la strada facilitata, ma io sono semplicemente un lettore di quelli che credo buoni libri. Mi perdoni la divagazione".Ci sono moltissimi esempi di qualcuno che legge nei romanzi di Camilleri, Montalbano per primo legge spesso. Eppure il Montalbano della serie televisiva non mi ricordo che legga molto, è forse un caso? Secondo me no, in quel momento lo spettatore sta guardando la televisione e quindi non serve ricalcarne l’esperienza di lettore.
In “Cattedrale” (Traduzione di Riccardo Duranti, Edizioni Minimum Fax), Raymond Carver scrive:
“Sarà che io la poesia non la capisco proprio. Devo ammettere che non è la prima cosa che prendo quando ho voglia di leggere un po’.”Cosa sta facendo in quel momento il lettore? Sta leggendo un racconto ovviamente, quello di Carver, e non sta leggendo una poesia. In questo modo Carver ricalca quello che stiamo facendo in quel momento e si mette dalla nostra stessa parte. Avevamo voglia di leggere un po’ e abbiamo preso un racconto. Potentissimo.
Si può fare di più. Leggete questo sorprendente brano di Italo Calvino, “La speculazione edilizia”:
“Alzare gli occhi dal libro (leggeva sempre, in treno) e ritrovare pezzo per pezzo il paesaggio - il muro, il fico, la noria, le canne, la scogliera - le cose viste da sempre di cui soltanto ora, per esserne stato lontano, s'accorgeva: questo era il modo in cui tutte le volte che vi tornava”Notate come Calvino ricalchi sia la lettura sia quel movimento del corpo del tutto naturale che accade a tutti i noi: alzare gli occhi dal libro e guardare ciò che c’è intorno a noi, e nella maggior parte dei casi, trovare cose familiari come quelle descritte da Calvino. Praticamente in questo modo prende tutti e in un modo molto diretto e addirittura fisico. Geniale!
Un altro stupefacente esempio di ricalco della “fisiologia” del lettore lo troviamo in “Lolita”, di Vladimir Nabokov, nella traduzione di Giulia Arborio Mella (edizione Adelphi):
“Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo. Li. Ta.
Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita.”
Avete provato anche voi a fare il movimento con la lingua?
driadema@gmail.com
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