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In questo post continuiamo a dare piccoli spunti su come anche la scrittura abbia una componente para e una non verbale, ovvero possegga anch’essa componenti non direttamente connesse con il significato delle parole ma che si aggiungono al significato delle parole stesse.
Nello scorso post abbiamo esaminato come il suono delle parole stesse possa portare con se un'emozione che può sostenere la componente emotiva del messaggio di chi scrive. Una componente non verbale è per esempio la posizione delle parole nella frase, specie se inconsueta.
Melchiorre Gherardini, Piazza San Babila a Milano durante la peste del 1630 (acquaforte del 1633, Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia) |
“Scendeva dalla soglia d’uno di quegli usci, e veniva verso il convoglio, una donna, il cui aspetto annunziava una giovinezza avanzata, ma non trascorsa; e vi traspariva una bellezza velata e offuscata, ma non guasta, da una gran passione, e da un languor mortale: quella bellezza molle a un tempo e maestosa, che brilla nel sangue lombardo. La sua andatura era affaticata, ma non cascante; gli occhi non davan lacrime, ma portavan segno d’averne sparse tante; c’era in quel dolore un non so che di pacato e di profondo, che attestava un’anima tutta consapevole e presente a sentirlo. Ma non era il solo suo aspetto che, tra tante miserie, la indicasse così particolarmente alla pietà, e ravvivasse per lei quel sentimento ormai stracco e ammortito ne’ cuori. Portava essa in collo una bambina di forse nov’anni, morta”La parola “morta” collocata alla fine del periodo diventa di una potenza inaudita. Se la posizione nella frase fosse stata in un punto diverso il significato sarebbe stato lo stesso ma l’impatto emotivo probabilmente molto più ridotto.
Un’altra componente para-verbale, che è in grado di accelerare o rallentare il ritmo della scrittura è data ovviamente dalla lunghezza delle parole e del periodo.
A tal punto che queste due componenti sono utilizzati dalla formula di leggibilità di un testo ideata da Flesch. La formula fu inizialmente utilizzata dall’esercito degli Stati Uniti per misurare la difficoltà dei manuali tecnici nel 1978 e divenne rapidamente uno standard nel dipartimento della difesa. La Pennsylvania fu il primo degli Stati Uniti a richiedere che le polizze d’assicurazione auto fossero scritte con un’alta leggibilità misurata dalla formula di Flesch.
Il modo di calcolare questo indice è il seguente secondo l’adattamento che ne fecero Roberto Vacca e Valerio Franchina per la lingua italiana:
Leggibilità = 206 - 65*(S/P)-(P/F), dove:
S è il numero delle sillabe del testo;
P è il numero di parole del testo;
F è il numero di frasi contenute nel testo.
La leggibilità è considerata alta se la formula dà un risultato superiore a 60, media se fra 50 e 60, bassa se il risultato è sotto il 50.
Ritratto di Alessandro Manzoni, Francesco Hayez (1841), Pinacoteca di Brera, Milano. |
Se torniamo alle canzoni diamo ancora il benvenuto a Vasco Rossi (che abbiamo visto già essere un mago del Milton Model) che si è trovato di fronte alla sfida di come scrivere canzoni rock, con ritmo veloce, nate con testi inglesi dove le parole sono molto corte, mono o al massimo bisillabe mentre le parole e le frasi italiane sono nettamente più lunghe. Allora Vasco inizia una ricerca di tutti modi di dire che utilizziamo nella vita quotidiana e che sono formati da poche parole e corte: “Va bene così”, “C’è chi dice no”.
Applichiamo la formula di Flesch ad esempio alla canzone “E...” (titolo di rara brevità)”:
“E... Vuoi da bere? Vieni qui. Tu per me. Te lo dico sottovoce: amo te come non ho fatto in fondo con nessuna. Resta qui un secondo.”Io conto 27 parole, 43 sillabe su 7 frasi (dipende da come si divide il verso). La leggibilità è 99! (il massimo è 100) Sorpresi? Ancora una volta Vasco si dimostra un maestro nell’uso dei ferri del mestiere. Addirittura in “C’è chi dice no”, va oltre sforando l’indice di leggibilità (bisognerà rifare la formula solo per lui) grazie all'uso di tutte parole monosillabe tranne tre bisillabe: dice, sono, muovo.
“C’è chi dice no, c’è chi dice no, io non ci sono.
C’è chi dice no, c’è chi dice no, io non mi muovo.”
Eros Ramazzotti nel 2009 |
Eros Ramazzotti, cantante più melodico nel solco della tradizione italiana canta invece:
“Se bastasse una bella canzone a far piovere amore si potrebbe cantarla un milione, un milione di volte.”
Una frase con 18 parole, 36 sillabe e quindi un indice di leggibilità di 58. Più bassa di quella di Vasco ma comunque ancora un'alta leggibilità.
Uscendo invece dal contesto artistico mi trovo d’accordo con lo stato della Pennsylvania e mi viene in mente che forse dovremmo chiedere che i programmi politici venissero autorizzati solo in caso di leggibilità superiore a 60 ;-)
E giusto per dimostrare che queste considerazioni possono avere anche rilevanza economica e politica, ho provato la formula su estratti di due programmi politici diversi. Il primo ha una leggibilità di 18 (non scherzo! Significa in pratica illeggibile) e l’altro di 36. Entrambi di difficile lettura ma uno addirittura la metà dell'altro.
Riuscite ad indovinare di quali forze politiche si tratta basandovi sui risultati delle elezioni?
driadema@gmail.com
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Molto interessante e curioso anche questo articolo. Complimenti Adriano!
RispondiEliminaLo dico sempre a tutti che E... è una canzone "Fleishante" :-)
Ma quante ne sai? :-)
RispondiEliminaBello bello bello e super super super interessante...
Grazie grazie grazie dei commenti super super super "Fleschanti"! :-)
RispondiEliminaConta molto di più fare parole corte (S/P) che frasi corte (P/F). Ottimi suggerimenti, grazie
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